betenèi
(s. m. sing.)
ant. Bletoneto; “sive in Cassa, in Montabona; ad Chapusam; in Podiata, in Reffurno, in Favaruà, in bletoneto, cc. excharena a bedianocte, a sero; comba folleti a mane; via qui itur ad Chauri superius”
1° doc. 7 agosto 1362: Martino figlio del fu Francesco Jocelmi lega 5 soldi su una pezza di vigna sita in Bletoneto.
2° doc. 3 dicembre 1363: Giuliana moglie del fu Raimondo Romani lega una emina di vino, da versare passati nove anni dalla sua morte, su un tenimento di terra, vigna e alberi , sito in Bletoneto.
La carta ulc. CCVII del 17 febbraio 1202 ricorda la donazione di dette terre da parte di San Giusto alla prevostura di Oulx: “omnem Bletonetum cum omnibus pertinenciis …. preter Cosmeta; quod Bletonetum iacet in territorio Secusiensi apud Iallonum. Choerent de una parte Excharena, de alia via, de alia comba de Folleto, de alia castenetum (castelletum)”.
Il De Cange definisce “bletonetum” come “silva novellis arboribus et maxime quercubus consita“.
m. 800 sopra il Pineut a ovest del Caseun, fino all’inizio della zona franosa della Tsarèina. alcune vigne fino agli anni 60 poi bosco e radure con grange.
La gran parte delle vigne fu abbandonata dopo l’avvento della filossera, una malattia della vite arrivata ad inizio secolo che distrusse gran parte della coltivazione.