Elementi di ortografia della parlata francoprovenzale giaglionese
Le regole elaborate a seguito delle ricerche svolte a Giaglione negli anni settanta, frutto della collaborazione tra il prof. Tullio Telmon, il maestro Paolo Gras e un gruppo locale di ricercatori, avevano portato alla predisposizione di un alfabetiere che, mantiene tuttora la sua attualità e, si pensa che si ispirasse in parte alle norme elaborate dall’ escolo dou Po.
Tali norme, su un piano più vasto, sono state perfezionate da A. Genre, in funzione sopratutto dell’Atlante Toponomastico del Piemonte Montano.
Recentemente, in occasione della pubblicazione degli atlanti morfologici delle parlate Provenzali Alpine delle valli Chisone e Alta Dora Riparia, è stato operato, a cura del Professor Telmon un ulteriore tentativo di completare lo schema.
L’attuale ortografia è quindi figlia dei primi ricercatori e si collega in modo ideale ai più recenti lavori.
VOCALI
Regola generale dell’accento di parola:
L’accento di parola viene segnato soltanto sulle parole sdrucciole o bisdrucciole (accentate cioè sulla terzultima o quartultima sillaba) e nelle parole tronche (in altre parole, accentate sull’ultima sillaba) terminanti per vocale, quindi non sulle parole tronche terminanti per consonante, né per le parole piane.
Il segno diacritico è l’accento, cioè: à, â, è, é, ê, èe, ì, î, ò, ó, ô, eû, oû.
Sulle vocali delle parole consistenti in una sola sillaba si accenta solo se è utile segnalare la lunghezza e/o l’apertura vocalica o per segnalare che sul monosillabo cade l’accento di frase.
Esempi:
a) Parole piane (accentate sulla penultima sillaba).
1) NESSUN ACCENTO: plota zampa, beuro burro.
2) ACCENTO SEGNATO: bèiře bere, vèiřo bicchiere.
b) Parole tronche (accentate sull’ultima sillaba).
1) ACCENTO SEGNATO: ariouó ruota, carió sedia, sourtó sola.
2) NESSUN ACCENTO: dzal gallo, terluc sciocco
c) monosillabi
1) NESSUN ACCENTO: ma “mia”.
2) ACCENTO SEGNATO: miò “ mia”, loué “lui”, quiò “coda”.
1) Vocali brevi
a simile a quello italiano afa
ano “asino”, arioun “rotondo”.
è aperta, simile all’italiano “èrba”, “cioè”.
Mèitre “padrone”, èindzeun “angelo”, bèiře bere, cafèi “caffè”
e, é chiusa, simile all’italiano “emporio, emettere”.
Bete “bestia”, couèinte “racconto”.
ò aperta, simile all’italiano “perciò”
plumò “penna”, sivetò“civetta”
o di media apertura, in posizione sia tonica che atona.
Omeun “uomo”, oca “oca”.
i simile a quello italiano “ira”
incoué “oggi”.
ou Simile a quello dell’italiano “uva”
oueulh “occhio”, ouele “olio”.
u Simile a quello del francese (o del torinese) mur “muro”.
Muřalha “muro”, uva “uova”.
eu simile al francese peur, fleur.
Eulha ago, eunto innesto.
2) vocali lunghe
Per segnalare che la vocale tonica è particolarmente allungata (caso frequente nella parlata giaglionese), si impiega di norma l’accento circonflesso. Nel caso delle vocale è aperta si raddoppia la vocale. Nel caso delle vocali ou e eu, l’accento circonflesso si pone sull’ultima vocale.
â bardzacâ “parlato”, mariâ “sposato”.
ê bardzaquê “parlare”, mariê “sposare”.
èe arnouèe “birichino”, crouèe“croce”.
ô grô grosso, tsôt “caldo”.
î meřî “morire”, gařî “guarire”.
û crû “crudo”, sû “sopra”.
oû sartoû “sarto”, rimoû “rumore”.
eû bouèinteû “altalena”, ambouseû “imbuto”
CONSONANTI
p come in italiano pipa.
Plasa “piazza”, poudzo “pollice”
b come in italiano babbo, bottiglia
bèl “bello”, brut “brutto”.
t come in italiano tetto
toumò “formaggio ”, tourdû “storto”.
d come in italiano dado.
dous “dolce”, dimèindza “domenica”.
f come in italiano fifa.
feulha “foglia”, friola “fragola”.
v come nell’italiano viva.
viéleut “viottolo”, vatsa “mucca”.
m come nell’italiano mamma.
moutseû “fazzoletto, mama “mamma”.
n come nell’italiano nano.
nèi “neve”, nuva “nuovo”.
nh come nell’italiano gnomo.
anhèl “agnello”, nhanca “neanche”.
l come nell’italiano lilla.
lèivro “libro”, lutse “luce”.
lh come nell’italiano aglio, famiglia.
lhevra “lepre”, lham “letame”.
r come nell’italiano rana.
rèi “re”, raouna “rana”.
ř fricativa apico-dentale (non esiste in italiano)
vèiřo “bicchiere”, prèiře “prete”.
s come nell’italiano sasso.
salute “salute”, salhò “primavera”.
z come nell’italiano rosa.
ounze “undici”, roza “rosa”.
zh come nel francese jeu “gioco”
zhamê “mai”, anzhoû “raggiante, gioioso”
sh come nell’italiano scena.
shas “setaccio”
j come nell’italiano Gino.
joueut “i getti fruttiferi della vite”, Jouèn “Giovanni”.
ts come nell’italiano azione.
tsat “gatto”, tsatinhò “castagna”.
dz come nell’italiano zero.
dzalinò “gallina”, dzunh “giugno”.
c come nell’italiano cane, coda, cubo, davanti alle vocali a, â, o, ò, ou, u.
caméntran“carnevale”, couřadzo “coraggio”.
qu come nell’italiano anche, chicco, davanti alle vocali è, e, é, i, eu.
pèrquèi “perché”, carque “qualche”, quinquê “lampada a petrolio”.
ch come nell’italiano ciao, cena, da usare davanti a tutte le vocali.
chanoût “lassù”, chouevra “capra”.
g come nell’italiano (g dura) gatto, gola, davanti alle vocali a, â, o, ò, ou, u.
gouloûs “goloso”, glasiéřa ”ghiacciaia”
gu come nell’italiano ghette, ghiro, davanti alle vocali è, e, é, i, eu.
guèra “guerra”, gueust “gusto”.
g come nell’ortografia italiana (g dolce), davanti alle vocali è, e, é, i, eu, come l’italiano
gelo, giglio. Nella maggior parte si pronuncia dz.
gigan “gigante”. Da notare che nel Giaglionese non esistono consonanti doppie.Le uniche che possiamo trovare sono in finale di parola in pochi casi, esempio : pann (panno) ; vann (ventilabro) ecc.
INDICAZIONI GENERALI
1) NOMI
a – Nella parlata giaglionese come in tutte le lingue alpine esistono, ovviamente, nomi comuni e nomi propri, di genere maschile e femminile.
I nomi comuni possono essere di numero singolare o plurale. Gli aggettivi concordano in genere e numero col nome che accompagnano.
b – I nomi di genere maschile possono terminare:
– con vocale
paře padre
ano asino
– non terminano (a differenza dei nomi femminili) con vocale tonica
– con vocale lunga (solo â, û, oû).
L’allungamento della vocale finale, interessa anche altre parti del discorso, come si vedrà più avanti e si inserisce foneticamente nel fenomeno generale dell’allungamento.
flâ fiato
arvitû confratello della compagnia dello Spirito Santo.
couloû colore.
– con una consonante
sap abete bianco
plat piatto
bèc becco
– con suono nasale
cantoun angolo
sepoun zoccolo
– altri hanno l’accento tonico sulla penultima lettera:
dzare sorcio
amplatro impiastro
c – I nomi di genere femminile possono terminare:
– con vocale “a” e in casi minori con“i” e con”e”
raouna rana
rèisa sega
sèi sete béte bestia
– con vocale tonica ó (non con altre vocali toniche)
ourlhó orecchio
toumó formaggio toma
fařinó farina
– con vocale lunga
crouèizâ incrocio
resinâ pioggerella.
floû panna del latte
vouèe voce
fê pecora
neřî narici
– altri terminano con consonante
fam fame
mèizoun casa
flos fiore
môrt morte
2) ARTICOLI
a – Articoli determinativi
Gli articoli determinativi sono:
lou e l’ = il e lo
la e l’ = la
li = i
lhi = gli
le e les = le
La prima forma del maschile e del femminile è usata davanti a parola che inizia per consonante: lou bot, il figlio; la filhó, la figlia; li bot,i figli; le filheùs, le figlie; la seconda davanti a parola che inizia per vocale: l’èindzeun, l’angelo; l’artsa,la madia,; lh’èindzeun,gli angeli; les àrtseus, le madie.
Nella denominazione dei luoghi, l’uso dell’articolo determinativo non è costante. E’ utilizzato nei toponimi ben individuati di genere femminile: va a le Coumbeus, va a le Menâ, va a l’èiglèiza; non nei toponimi femminili riferiti a località più generiche (dove si usa la preposizione articolata): va a Dzalhoun, va a Souiza; non nei toponimi di genere maschile (dove si usa la preposizione articolata): va ai Malhuve, va aou Caro, va aou municipio (da notare che con il neologismo municipio non si usa l’articolo mentre se dico va a la quemuna si).
A differenza del provenzale alpino, l’articolo determinativo non si usa davanti ai nomi propri di persona.
b – Articoli indeterminativi
Gli articoli indeterminativi sono:
in e in’ uno e un,
ina e in’ una
de e d’ dei, degli, delle
In lèivro un libro, in ano un asino, ina meizoun una casa, in’ègla un’aquila, de lèivro dei libri, d’ano degli asini, de meizoun delle case, d’ègleus delle aquile.
L’articolo in’ si usa davanti a parola che inizia per vocale, nella parlata rapida l’elisione quasi non si nota.
Gli articoli in e ina si usano davanti a parola che inizia per consonante.
c – articolo partitivo
De e d’ è un partitivo e si usa sia con i sostantivi singolari che plurali.
Nell’italiano il partitivo si può omettere, nella parlata giaglionese è sempre espresso.
frèt couman (que me) de glasèiřoun freddo come delle placche di ghiaccio.
done-mé d’èiva dammi dell’acqua.
ièi mindzâ de grioteus ho mangiato delle ciliegie.
ièi vî de lhouteus ho visto delle cavallette.
bèivo maque d’èiva bevo solo acqua.
lh’ot cundî la salada avê d’ouele de nouèiza ha condito l’insalata con l’olio di noci.
3) PREPOSIZIONI
a – Preposizioni semplici
De di me sèi de Dzalhoun “ io sono di Giaglione (abito, sono nato a
Giaglione), lou pan de sèila il pane di segala.
A a me vôt a Souìza io vado a Susa, a me iot fran capitame a me è
proprio successo.
Da da me arivo da Tsimoun io arrivo da Chiomonte.
Dedin, din in ou l’êt andresâ din (dedin) ina scatoula è sistemato dentro
una scatola.
Avé con me vôt an mountanha avé moun tsin io vado in
montagna col mio cane, ou l’êt arivâ avè lou trèin è arrivato con il treno.
Sû, su lou tsat ou l’êt sû lou poumìe il gatto è sul melo.
Pèr per pèr me fèt tot pařìe per me fa lo stesso.
Tra tra tra alê e tournê iê vèt in’ouřa “tra andare e ritornare ci
vuole un’ora.
Fra fra fra me souèindzavo que fuse pa dzeust fra me
pensavo che non fosse giusto.
b – Preposizioni articolate
Dei di dei di lèivro dei libri
De + lou dou del dou bot del ragazzo.
De + l’ dl’ dell’ dl’ano dell’asino, anche femm. dl’alba dell’alba.
A + lou aou al aou prâ al prato.
A +li ai ai ai prâ ai prati.
Da + lou daou dal daou bôc dal bosco
Da + li dai dai dai bôc dai boschi
Le preposizioni daou e dai si uniscono solo all’articolo maschile (sing. e pl.) che precede una parola iniziante per consonante (ou l’êt arivâ daou vieuleut è arrivato dal sentiero, ou l’arive dai tsan arriva dai campi). Negli altri casi, preposizione e articolo restano distinti (a la fèiřa alla fiera, a les-aoutreus alle altre).
Tuttavia, al maschile plurale si nota anche l’uso di forme non contratte davanti a consonante (dai prâ per dli prâ) oppure contratte davanti a vocale (de lh’omeun oppure d’lhomeun).
Pèr + lou , l’ =per lou prâ o plou prâ , per il prato, pl’ôrt per l’orto.
Per + li, lh = per li prâ o pli prâ , per i prati, plh’ôrt per gli orti.
Pèr + la, l’ = pla, pl’ (per la mèizoun o pla mèizoun per la casa, per l’aoutro tsamin o pl’aoutro tsamin per l’altra strada.
Pèr + le, les = per les èitsaleus o ples-èitsaleus per le scale.
L’impiego delle preposizioni articolate formate con pèr si alterna con quello della preposizione e dell’articolo tenuti distinti (per lou tsamin e p’lou tsamin per la strada, per les’aoutreus, ples-aoutreus per le altre).
4) PLURALE (nomi e aggettivi)
La formazione del plurale dei sostantivi e degli aggettivi varia a secondo della terminazione del sostantivo al singolare.
a) i sostantivi maschili e gli aggettivi maschili non mutano:
l’ano lh’ano (asino).
lou paře li paře (padre).
lou tsousìe li tsousìe (scarpa)
lou pioû li pioû (pidocchio).
lou carâ li carâ (quadrato).
lou sap li sap (abete).
b) i sostantivi femminili e gli aggettivi femminili terminanti con vocale a (esclusa la lunga) la sostituiscono in eus
la raouna le ràouneus (rana)
la trabla le tràbleus (tavolo)
l’ourlhó les ourlheus (orecchio)
la toumó le toumeus (toma)
bèla bèleus (bella)
bruta brùteus (brutta)
c) i nomi femminili terminanti con vocale lunga non mutano
la crouèizâ le crouèizâ (incrocio)
la vouèe le vouèe (voce)
la fê le fê (pecora)
d) i nomi femminili terminanti con consonante non mutano
la mèizoun le mèizoun (casa)
la flos le flos (fiore)
la pèl le pèl (pelle)
la meun le meun (mente)
5) FEMMINILE (degli aggettivi)
Femminile singolare e plurale degli aggettivi.
Regole generali:
Gli aggettivi o sostantivi non cambiano dal maschile singolare al plurale.
Dal singolare femminile passano al plurale femminile sostituendo la vocale terminale a in eus.
a) La maggior parte degli aggettivi e sostantivi che hanno due generi (si escludono i nomi di genere promiscuo, i nomi di cose che – maschili o femminili – hanno un genere solo e i nomi difettivi di genere) passano dal singolare maschile al singolare femminile aggiungendo la vocale a.
Maschile singolare femminile singolare maschile plurale femminile plurale
Bèl bèla bèl bèleus bello
Brut bruta brut brùteus brutto
Pořo pořa pořo pořeus povero
Fôrt forta fôrt fórteus forte
Mèimo mèima mèimo mèimeus stesso
b) Alcuni terminanti in eut al maschile singolare, per fare il femminile singolare sostituiscono eut con ita, euta, rtò.
Maschile singolare femminile singolare maschile plurale femminile plurale
Petseut petsita petseut petsìteus piccolo
Mieùt mieùta mieùt mieùteus muto
Souleùt sourtó souleùt sourteùs solo
c) Alcuni aggettivi terminanti in ôt al maschile singolare, per fare il femminile singolare sostituiscono ôt con aouda, aouta, ota.
Maschile singolare femminile singolare maschile plurale femminile plurale
Tsôt tsaouda tsôt tsàoudeus caldo
Viôt viaouta viôt viàouteus alto
Sôt sota sôt sóteus pesante
d) Alcuni aggettivi terminanti in t al maschile singolare, per fare il femminile singolare sostituiscono èt con èida.
Maschile singolare femminile singolare maschile plurale femminile plurale
Frèt frèida frèt frèideus freddo
Drèt drèita drèt drèiteus diritto
Èitrèt èitrèita èitrèt èitrèiteus stretto
e) Alcuni aggettivi terminanti in an al maschile singolare, per fare il femminile singolare sostituiscono an con anta, èintsa.
Maschile singolare femminile singolare maschile plurale femminile plurale
Galàn galànta galàn galànteus galante
Aseumblàn aseumblànta aseumblàn aseumblànteus somigliante
Blàn blèintsa blàn blèintseus bianco
f) Alcuni aggettivi terminanti in ìe al maschile singolare, per fare il femminile singolare aggiungono eřa.
Maschile singolare femminile singolare maschile plurale femminile plurale
Ledzìe ledzieřa ledzìe ledziéřeus leggero
Berdzìe berjoueřa berdzìe berjouéřeus pastore
Darìe darieřa darìe dariéreus ultimo
g) Alcuni terminanti in eun al maschile singolare, per fare il femminile singolare sostituiscono eun con inota, eunta.
Maschile singolare femminile singolare maschile plurale femminile plurale
Coumouveun coumouveunta coumouveun coumouveùnteus commovente
Serveun serveunta serveun serveùnteus servo
Dzouveun dzouvinota dzouveun dzouvinoteus giovane
6) SOSTANTIVI ALTERATI
a) Suffissi diminutivi:
eut: lèivro libro > libreut;
– ina: boutélha bottiglia > boutélhina
– in: boutâl barile > boutalìn;
– ot: tsambra (f) camera > tsambròt (m), lhevra lepre > lhevròt.
– èita: brasâ bracciata > brasèita.
b) suffissi vezzeggiativi
ot: dzouveun giovane > dzouvinot.
ota: fumèla donna > fumlota, filhó figlia > filhota
c) suffissi peggiorativi
asa: èrba erba > èrbasa
oun: ric ricco > ricoun, naz naso > nazoun.
d) suffissi accrescitivi:
L’accrescitivo non è molto di uso corrente; più spesso il concetto viene espresso facedo precedere la parola da un aggettivo, come grô grosso, gran grande.
oun: nublò nuvola > nubloùn, muřalha muro > muřalhoùn.
7) COMPARATIVI
Non si vuole qui dare una lunga serie di schemi grammaticali. Si propongono le forme più usuali.
a) comparativo di uguaglianza
di qualità
Ou l’êt gran quéme vos è alto come voi.
di quantità
Aieun tan de bot quéme louè abbiamo tanti figli quanto lui.
di azione
travalhâ tan quéme loû lavorate quanto loro.
san lou fransê quéme vousaoutris sanno il francese come voi
b) Comparativo di maggioranza e minoranza
Di qualità
Ou l’êt pi dzeneřoûs que loué è più generoso di lui.
Ou l’êt pi ric de vousaoutris è più ricco di voi.
Di quantità
Lh’ot (lhe lh’ot) coumê de sorde de me essa ha più soldi di me.
Lh’ot meno veulha de soun fraře ha meno buona volontà di suo fratello.
Di azione
Loué ou ganhe coumê de vousaoutris lui guadagna più di voi
Lhe lhe travalhe meno de loué lei lavora meno di lui.
8) SUPERLATIVI
a) superlativo assoluto
Si forma premettendo all’aggettivo uno dei seguenti avverbi: bien, bèin, verameun, fran , prope.
Lh’êt veřameun (bien) antelidzeunta ella è molto intelligente
Ou lêt fran simpàtic egli è proprio simpatico, è simpaticissimo.
Ou l’eře bèin dzouveun egli era molto giovane.
Ou lêt prope gram egli è prorio cattivo.
c) Superlativi relativo
Il superlativo relativo si forma premettendo all’aggettivo gli avverbi pi oppure meno.
Lh’êt la meno tsařa de è la meno cara di.
La filhó pi bèla d’les àoutreus la ragazza più bella delle altre.
9) PER ESPRIMERE L’ORA
a – le ore
L’espressione per chiedere l’ora è :
que ouřa qu’êt? che ora è?
La risposta sarà:
êt in’ouřa è l’una
êt duveus ouřeus sono le due
êt trê ouřeus sono le tre
êt catr’ouřeus sono le quattro
êt ounz-ouřeus sono le undici
êt midzort è mezzogiorno
êt mianouèt è mezzanotte
êt ounze e in couart sono le undici e un quarto.
êt sis e dîs sono le sei e dieci
êt iouèt meno in couart sono le otto meno un quarto.
êt catro é mèza sono le quattro e mezza
a sinc’ouřeus de matin alle cinque del mattino.
a duveus ouřeus aprê midzort alle due dopo mezzogiorno.
a duveus ouřeus aprê mianouèt alle due dopo mezzanotte.
a duveus ouřeus aprê mařeunda alle due del pomeriggio.
10) AGGETTIVI DIMOSTRATIVI
Gli aggettivi dimostrativi sono:
sa questa, se sêt, seun questo, sèl quello, sî questi, sît quelli, sa quella.
L’aggettivo dimostrativo precede il sostantivo, il quale è seguito da isé (qui), o da ilâ (là) a seconda se indica persona o cosa vicina o lontana.
sa paî isé (ilâ) questo paese qua, quel paese là.
sî paî isé (ilâ) quei paesi qua, quei paesi là.
sa omeun isé (ilâ) quest’uomo, quell’uomo
si omeun icé (ilâ) questi uomini,quegli uomini
sa meizoun isé (ilâ) questa casa, quella casa.
se meizoun isé(ilâ) queste case, quelle case.
sa amisa isé (ilâ) questa amica, quella amica
si bot isé (ilâ) questi ragazzi, quei ragazzi.
si petseut isé (ilâ) questi bambini, quei bambini.
se filheus isé (ilâ) queste ragazze, quelle ragazze.
se amiseus isé (ilâ) queste amiche,quelle amiche
L’aggettivo dimostrativo assume una forma particolare in alcune espressioni di tempo:
sèi vrepro stasera
sèi matin stamattina
stanouèt questa notte
in tèin in quegli anni, un tempo
antan un tempo passato, l’anno passato
incoué oggi
11) PRONOMI DIMOSTRATIVI
I pronomi dimostrativi sono:
sêt isé, sèl isé questo (qua) per la persona
seun isé questo (qua) per la cosa.
sèl ilâ quello (là) per la persona
seun ilâ quello (là) per la cosa
sèlò isé questa (qua)
sèlò ilâ quella (là)
sît isé questi (qui)
sît ilâ quelli (là)
sèleus isé queste (qua)
sèleus ilâ quelle (là)
seun questo, ciò
sêt questo, ciò
selò isè questa, ciò
12) AGGETTIVI POSSESSIVI
Gli aggettivi possessivi sono:
moun mio, ma mia, mi miei, me mie,
toun tuo, ta tua, ti tuoi, te tue
soun suo, sa sua, sî suoi, se sue
nótroun nostro, notra nostra, nótris nostri, nótreus nostre.
vótroun vostro, votra vostra, vótris vostri, vótreus vostre.
loû loro vale per maschile, femminile, singolare e plurale.
Gli aggettivi possessivi precedono sempre il sostantivo e non sono mai preceduti dall’articolo.
All’aggettivo loû si aggiunge l’articolo lou, la, li, le per distinguere i rispettivi generi.
moun anhèl il mio agnello mi anhèl i miei agnelli
toun fraře il tuo fratello ti fraře i tuoi fratelli
nótroun fraře il nostro fratello nótris fraře i nostri fratelli
vótroun paře il vostro padre vótris paře i vostri padri
ma seuřa la mia sorella me seùřeus le mie sorelle
toun èicola la tua scuola te èicóleus le tue scuole
sa filhò sua figlia se filheus le sue figlie
notra èiva la nostra acqua nótreus èiveus le nostre acque
la lou mèizoun la loro casa le loû mèizoun le vostre case
Gli aggettivi possessivi non sono mai preceduti dalla preposizione articolata: si sostituisce con la corrispondente preposizione semplice.
Inoltre: non sono mai preceduti da un dimostrativo né da un indefinito. Le frasi come “un mio libro”, “qualche tuo parente”, “molti suoi amici” si risolvono come se fossero formulate:
iun de mi lèivro uno dei miei libri.
Bien de si amîs molti dei suoi amici
souèindzâ ai vótris anteřèes pensate ai vostri interessi.
I’èi bardzacâ de sî fraře ho parlato dei suoi fratelli.
carcun de ti pařeun qualcuno dei tuoi parenti.
13) PRONOMI POSSESSIVI
Le forme del pronome possessivo sono le seguenti:
lou mèin, la miò, li mèin, le mieus il mio, la mia, i miei, le mie.
Lou toi, la touò, li toi, le toueus il tuo, la tua, i tuoi, le tue.
lou soi, la souò, li soi, le soueus il suo, la sua, i suoi, le sue.
Lou notro, la notra, li notri, le nótreus il nostro, la nostra, i nostri, le nostre.
Lou votro, la votra, li votri, le vótreus il vostro, la vostra, i vostri, le vostre.
Lou loû, la lou, li lou, le lou il loro, la loro, i loro, le loro.
Non si usano due o più aggettivi possessivi di seguito riferiti allo stesso sostantivo, come avviene in italiano. In questo caso, si fa precedere il sostantivo dal primo aggettivo e lo si fa seguire dal pronome corrispondente all’altro o agli altri.
Me s’ideieus e le votreus soun pâ le mèimeus Le mie e le vostre idee non sono le stesse.
14) PRONOMI PERSONALI SOGGETTO
I Pronomi personali soggetto sono:
mé io, te tu, loué egli, lhé ella, nos , noi, vos ,voi, loû essi.
mé sèi counteùn io sono contento.
nos aleùn a mèizoun noi andiamo a casa.
ou l’êt antelidzeùn è intelligente
vos sî pi antelidzeun de loué voi siete più intelligenti di lui.
me sèi lâs, ma vos na peî fran pâ pì io sono stanco, ma voi non ne potete proprio più.
lou sortoun jamê (mai) daou lou paî esse non escono dal loro paese.
La forma vos è la forma di rispetto che corrisponde al “lei” italiano.
Vos sî col isé? Lei è ancora qua?
È vos, quiquê na dezî? E lei, cosa ne dice?
È, vos, qui sî? E , lei, chi è?
Nelle frasi interrogative il soggetto precede il verbo.
Sî lâs? Siete stanchi?
Loû soun dzò alâ viò? Essi sono già andati via?
Te sû mat? Sei matto?
Aleun o aleun pâ? Andiamo o non andiamo ?
Te vâ per bôc? Vai per legna?
T’ia preû la sapa? Hai preso la zappa?
15) PRONOMI PERSONALI COMPLEMENTO
(oggetto e termine)
I pronomi personali complemento sono:
me, m’ mi, a me
te, t’ ti, a te
l’ lo, l’
la, l’ la, l’
nou, n’ ci, a noi
vou vi, a voi
lou a loro, loro (maschile e femminile)
i pronomi personali complemento vanno sempre prima del verbo.
te te m’avèiteus, te te me dóneus in vèiřo d’èiva tu mi guardi, tu mi dai un bicchiere d’acqua
me te avèito, ou te couèinte de stórieus) io ti guardo, ti racconta delle storie.
lhe lou avèite ella lo guarda
louè ou l’àvèite egli la guarda
nos l’acouteun noi lo (la) ascoltiamo
lhe nous avèite ella ci guarda.
me vous avèito. Me vou deuio jamê de gramisieus io vi guardo. Io non vi dico mai cattiverie.
16) PRONOMI RIFLESSIVI
I pronomi riflessivi sono:
me, te, se (per la terza persona singolare e plurale), nou, vou.
me me lavo io mi lavo.
te te laveus tu ti lavi
loué ou se lave lui si lava
lhe se lave lei si lava
nos nou laveun noi ci laviamo
vos vou lavâ voi vi lavate
lou se lavoun loro si lavano
Anche i pronomi riflessivi si collocano prima del verbo.
17) PRONOMI CON IL VERBO ALL’IMPERATIVO
Tutti i pronomi personali complemento, quando sono con il verbo all’imperativo, sia affermativo sia negativo, si collocano dopo il verbo stesso.
dounâ ina lèitsa de pan asé a me; douname ina lèitsa de pan
date una fetta di pane anche a me; datemi una fetta di pane.
dona asé a me in vèiřo d’èiva; douname in vèiřo d’èiva
dài anche a me un bicchiere d’acqua, datemi un bicchiere d’acqua.
prèita asé a me in lèivro, prèitemé
presta anche a me un libro prestami
18) MODIFICHE DEI PRONOMI PERSONALI COMPLEMENTO CON IL VERBO ALL’IMPERATIVO
I pronomi personali complemento quando accompagnano il verbo all’imperativo subiscono delle modifiche.
Anche le forme verbali subiscono delle modifiche.
Per facilitare la lettura, trascrivo i pronomi uniti al verbo.
a) Prima coniugazione: prèitê
Prèita, prèitemé, prèiteló, prèitènos, prèitelhé
Presta, prestami, prestalo e prestala, prestaci, prestagli.
Prèiteun, prèiteulo, prèiteula, prèiteulhe
Prestiamo, prestiamolo, prestiamola, prestiamogli.
Prèitâ, prèitame, prèstameló, prèitalo, prèitalhe, preitanos
Prestate, prestatemi, prestatelo, prestatela, prestategli, prestateci.
b) Seconda coniugazione: reundre
Reunda, reundemé, reundelò, reundelhé, reundenos.
Rendi, rendimi, rendilo e rendila, rendigli, rendici.
Reundeun, reundeulo, reundeula, reundeulhé.
Rendiamo, rendiamolo, rendiamola, rendiamogli.
Reundî, reundime, reundìlo, reundìla, reundìlhe, reundìnos.
Rendete, rendetemi, rendetelo, rendetela, rendetegli, rendeteci.
c) Terza coniugazione: Eivrî
Iuvra, iuvremé, iuvrelò, iuvrelhé, iuvrenos
apri, aprimi, aprilo(a) , apriglelo, aprici
eivreun, eivreulo, eivreula, eivreulhé
apriamo, apriamolo, apriamola, apriamogli
eivrî, eivrime, eivrilo, eivrilhe, eivrinos
aprite, apritemi, apritelo, apritegli, apriteci.
19) PRONOMI PERSONALI COMPOSTI CON IL VERBO ALL’IMPERATIVO
Imperativo affermativo
vendimeló vendetemelo
fateló toun travalh fattelo il tuo lavoro
vendilheló sùbit vendeteglielo subito
dounameló datemelo/a, donatemelo
prenivouló prendetevelo
imperativo negativo
vendilhela pâ non vendetegliela
prèitalheló pâ non prestateglielo.
20) CONGIUNZIONE DI UN RIFLESSIVO
UNITO AI PRONOMI NA N’ I-NA
I pronomi na, n’, i-na, come indicato in 27 precedono sempre il verbo, eccetto l’imperativo.
Infinito
me m’na vôt o me me na vôt io me ne vado
te t’na vâ o te te na vâ tu te ne vai
loué ou s’na vèt o loué ou se na vèt egli se ne và
nos nou n’aleun noi ce ne andiamo
vos vou n’alâ voi ve ne andate
lou s’na van loro se ne vanno
Imperativo
Vařite ! vattene.
Vařivous! andatevene
21) PRONOMI RELATIVI
SOGGETTO E COMPLEMENTO OGGETTO
Il pronome relativo è que e raramente c’ou con funzione di soggetto e di complemento oggetto.
Lh’omeun que avèitoun la televisioun gli uomini che guardano la televisione.
Le fumèleus que fan la tsaousa le donne che fanno la calza.
Le poumeus que aî veundû le mele che avete venduto.
Le tartifleus que i-an atsitâ le patate che hanno comprato.
Ieře vos que douniâ matzê a le fê? eravate voi che davate da mangiare alle pecore ?
Quando l’antecedente del pronome relativo soggetto è un pronome personale soggetto di forma tonica il pronome della terza persona loué, lhé deve essere seguito dal pronome personale soggetto di forma atona corrispondente, non avviene per le altre persone (me, te, nos, vos, loû).
Loué c’ou l’ot deloun travalhâ egli che ha sempre lavorato.
Lhe que lhe vèt mai a arbatê de fèin ella che non va mai a raccogliere il fieno.
Lhe que lhe nâ an Fransa lei che è nata in Francia.
Me que vôt aou martsâ io che vado al mercato.
Te que t’a patan veulha de travalhê tu che non hai tanto voglia di lavorare.
Vos que itâ aou Clô voi che abitate al Clô.
Lou que san pâ èimoulê lou dalh loro o essi che non sanno affilare la falce.
22) FORMA NEGATIVA DEL VERBO
Come detto nel capitolo precedente riguardo i pronomi indefiniti con valore negativo, la negazione pa si pone dopo il verbo nei tempi semplici, dopo l’ausiliare nei tempi composti e prima dell’infinito. Se l’infinito è preceduto da una particella pronominale, la negazione si pone prima della particella stessa.
All’imperativo la negazione segue il pronome o la particella pronominale.
Avèitoun pâ la televizioun non guardano la televisione.
I an pâ avèitâ la televizioun non hanno guardato la televisione.
Vou deuio d’alèie pâ (de pa alèie) vi dico di non andarci.
Vou deuio de mindzê pâ (de pa mindzê) vi dico di non mangiare.
Dezilhe pâ de venî non ditegli di venire
Bardzacàneun pamê non parlatene più.
La negazione pâ accompagna altri avverbi e pronomi, come nelle espressioni:
Pareun d’aoutro, maque seun niente di più, solo questo.
Pavèiřo non molto.
Pareun d’aoutro que seun nient’altro che questo.
Papî non più, nei comparativi
(ou l’êt papî mèigro de vos non è più magro di voi)
La negazione “no” è come in italiano.
23) FORMA INTERROGATIVA DEL VERBO.
La forma interrogativa del verbo si fa con il tono della voce e con il punto interrogativo nello scritto.
Se il verbo è un pronome personale, talora lo si può posporre al verbo. L’uso di tali forme non è però frequente.
Mindzeus? Mangi?
Mindzeun? Mangiamo?
Sa maře lh’êt dzo alâ din l’ort? sua madre è già andata all’orto?
Louè ou l’êt dzo sourtû ? egli è già uscito ?
Nelle interrogative formulate con un pronome interrogativo o un avverbio di interrogazione (que, quiquê, aioun que, aioun) si può, fare l’interrogazione in due modi:
Qui êt? chi è?
Quiquê fezî (vezî)? cosa fate?
Aioun alâ? Dove andate?
24) VERBI
Norme generali
Sono presenti nella parlata tre coniugazioni. Sono numerosi i verbi irregolari.
a) Coniugazione degli ausiliari: èitre “essere”, avê “avere”, e della I coniugazione bardzaquê “parlare”.
Èitre avê bardzaquê
INDICATIVO PRESENTE
Me sèi me i’èi me bardzaco
Te te sû o (te te suveus) te tiâ o (te t’aveus) te te bardzaqueus
Loue ou l’êt louè ou l’ot louè ou bardzaque
Lhe lh’êt lhe lh’ot lhe lhe bardzaque
Nos seun nos aieun nos bardzaqueun
Vos sî vos aiî vos bardzacâ
Lou soun lou ian lou bardzacoun
IMPERFETTO
Me ieřo me aiò me bardzacavo
Te te ieřa o te t’ieřa te te iâ o te t’iâ te te bardzacaveus
Loue ou ieře loue ou l’avèt loue ou bardzacave
Lhe lh’eře lhe lh’avèt lhe lhe bardzacave
Nos ieřian nos aian nos bardzaquian
Vos ieřâ vos aiâ vos bardziaquiâ
Lou ieřoun lou aioun lou batdzacavoun
PASSATO PROSSIMO
Me sèi èitâ me ièi aiû me i-èi bardzacâ
Te te sû èitâ o te tsû èitâ te te iâ aiû o te tiâ aiû te t’â bardzacâ
Loue ou l’êt èitâ louè ou l’ot aiû louè ou l’ot bardzacâ
Lhe lh’ét èitâ lhe lh’ot aiû lhe lh’ot bardzacâ
Nos seun èitâ nos aieun aiû nos aieun bardzacâ
Vos sî èitâ vos aî aiû vos aiî bardzacâ
Lou soun èitâ lou ian aiû lou ian bardzacâ
FUTURO
Me sèi pî me ièi pî me bardzaco pî
Te t’sû pî te t’â pî te t’bardzaqueus pî
Loué ou l’êt pî louè ou l’ot pî louè ou bardzaque pî
Lhe lh’êt pî lhe lh’ot pî lhe lhe bardzaque pî
Nos seun pî nos aieun pî nos bardzaqueun pî
Vos sî pî vos aiî pî vos bardzacâ pî
Lou soun pî lou ian pî lou bardzacoun pî
CONGIUNTIVO IMPERFETTO
Que me fuso que me aîso que me bardzaquiso
Que te te fusa que te te aîsa que te bardzaquisa
Que loué ou fuse que lou ou l’ aîse que loué bardzaquise
Que lhe lhe fuse que lhe lhe aîse que lhe bardzaquise
Que nos fusian que nos aîsian que nos bardzaquisian
Que vos fusiê que vos aîsiê que vos bardzaquisiê
Que lou fusoun que lou aîsoun que lou bardzaquisoun
CONDIZIONALE PRESENTE
Me seřiò me ařiò me bardzaqueriò
Te te seriâ te t’ariâ te te bardzaqueriâ
Louè ou seřit louè ou l’ařit loué ou bardzaqueřit
Lhe lhe seřit lhe lhe ařit lhe lhe bardzaqueřit
Nos serian nos ariàn nos bardzaquerian
Vos seriâ vos ariâ vos bardzaqueriâ
Lou serioun loû arioun lou bardzaquerioun
b) faře FARE (II coniugazione)
MODO INDICATIVO presente
Me fôt
Te te fâ
Loue ou fèt
Lhe lhe fèt
Nos vezeun
Vos vezî
Lou fan
IMPERFETTO
Me veziò
Te te veziâ
Loué ou vezèt
Lhé lhe vezèt
Nos vezian
Vos veziâ
Lou vezioun
PASSATO PROSSIMO
Me ièi fèt
Te t’â fèt
Loué ou l’ot fèt
Lhé lh’ot fèt
Nos aieun fèt
Vos aiî fèt
Lou ian fèt
FUTURO
Me fôt pî
Te t’fâ pî
Loué ou fèt pî
Lhé lhe fèt pî
Nos vezeun pî
Vos vezî pî
Lou fan pî
MODO CONGIUNTIVO
Imperfetto
Que me veziso
Que te te vezisa
Que loué ou vezise
Que lhé lhe vezise
Que nos vezishan
Que vos vezishé
Que lou vezìsoun
CONDIZIONALE PRESENTE
Me vezerió o (feriò)
Te te vezeriâ o (feriâ)
Loué ou vezerit o (feřit)
Lhé lhe vezerit o (feřit)
Nos vezerian o (ferian)
Vos vezeriâ o (feriâ)
Lou ferioun
c) GARÎ GUARIRE (III coniugazione)
MODOINDICATIVO presente
Me gařiso
Te te gařisues
Loue ou gařî
Lhe lhe gařî
Nos gareun
Vos gařî
Lou gařisoun
IMPERFETTO
Me gariò
Te te gariâ
Loué ou gařèt
Lhé lhe gařèt
Nos garian
Vos gariâ
Lou garioun
PASSATO PROSSIMO
Me ièi gaři
Te t’â gaři
Loué ou l’ot gaři
Lhé lh’ot gaři
Nos aieun gaři
Vos aî gaři
Lou ian gaři
FUTURO
Me gařiso
Te te gařiseus
Loué ou gařî
Lhé lhe gařî
Nos gařeun
Vos gařî
Lou gařisoun
MODO CONGIUNTIVO
Presente
Que me gařisiso
Que te te gařisisa
Que loué ou gařisise
Que nos gařisishan
Que vos gařisishê
Que loû gařisìsoun
CONDIZIONALE PRESENTE
Me gařiseriò
Te te gařiseriâ
Loué ou gařiseřit
Lhé lhe gařiseřit
Nos gařiserian
Vos gařiseriâ
Lou gařiserioun