(s.m.) tonaca bianca utilizzata dai confratelli della Confraternita dello Spirito Santo; l’abe de l’arvitû, la tonaca del confratello, v
Don Girardendo, parroco di Giaglione, nel 1781, durante una relazione al primo vescovo di Susa descrive gli arvitû; tra le altre cose scrive che ”i confratelli vestono sacco bianco e che ogni domenica usano cantar a piena gola nella loro tribuna l’ufficio divino con tal disturbo che in nessuna maniera si può confessare”.
(arvitû)