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Giaglionese-Italiano

arvitû

(s. m.) confratello, componente della confraternita dello Spirito Santo di Giaglione.

La confraternita nasce verso il XIII secolo come confraternita del Santo Spirito (oggi del Santo Nome di Gesù (Nomini Ièzou). Aveva scopi religiosi (morti, sepolture, processioni), e umanitari per soccorrere poveri e malati. Ogni anno a Pentecoste offriva ai poveri un banchetto sul piazzale della chiesa. La confraternita è formata dagli arvitû (confratelli), dal Prioû (priore), e dal vice prioû (priore dell’anno precedente). Partecipano alle feste patronali e religiose con le priore (prioùřeus) indossando l’abe (camice bianco) solo alla loro festa del Nomine Iezus (3° domenica di gennaio); alle processioni di san Vincenzo e ottava, a Corpus Domine e ottava. Fin verso il 1970 partecipavano con l’abe alle sepolture e leggevano nel cimitero le ”interminabili litanie” (avê lou leivro d’le priéřeus). Il lettore delle priéreus si chiamava l’èimoudaře. Oggi partecipano con una candela ai funerali (il priore porta la tortsa (torcia) per il defunto uomo. La sede è l’artoře (sopra il portico della chiesa). Priore e vice priore fanno il giro del paese per ‘‘pasê a la quelheta” (l’obolo degli uomini per la chiesa). Una volta avevano un lungo rito (tra i quali ”la lavanda dei piedi” del giovedì santo) per tutta la settimana santa. Entrando in chiesa dalla porticina in fondo a sinistra dicevano una litania passando su una botola (appena entrati) che chiude i sottostanti locali dove erano seppelliti preti e signori del paese (si diceva). Nella 3° domenica di gennaio il priore offre un rinfresco a confratelli, parroco, sindaco, priore, cantori, amici e parenti.

arvitû

 

 

 

 

 

 

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