(s.f.) settimana ; la semaoùna sèinta la settimana santa ; la semaouna dou mèidoû la settimana di ferragosto .
La sémaoùna sèinta la settimana santa
Le funzioni del triduo pasquale della Passione e Resurrezione del Signore (giovedì, venerdì, sabato santo) si svolgono (e per riti diversi si svolgevano nei tempi passati) seguendo i fatti accaduti: la sera del giovedì santo (l’ultima cena), nel pomeriggio del venerdì santo (Gesù muore), nella notte del sabato santo (Gesù risorge). Fin verso il 1960 al giovedì santo, nel pomeriggio si svolgeva la lavanda dei piedi dei confratelli (li arvitû) nell’oratorio (artoře). All’altare il sacerdote recitava 15 salmi e per ognuno veniva spenta una candela, le candele erano sistemate accese su un trespolo a triangolo. Al quindicesimo salmo detto l’ufficio delle tenebre appena spenta l’ultima candela si scatenava nella chiesa gran fracasso e baraonda , da parte dei bambini che rappresentavano i nemici di Gesù, i giudei, detti li mèitsan , le luci erano spente, il tabernacolo aperto e vuoto, gran colpi di bastone e spostamento di banchi . Dopo questo putiferio si iniziava la processione per il paese, preceduta dai mèitsan , scatenati con le raganelle (le raouneus), campanacci (clotseus) , corni e trombette, i crotali (un asse di 30 ? 40 cm. con corte catene attaccate da una parte, scosse producevano un gran rumore), per la strada venivano fatte delle barricate per ostacolare la processione (che passava da S. Antonio, S. Rocco, S. Lorenzo, S. Giuseppe, per rientrare in chiesa dove tutto finiva. Dal giovedì al sabato mattina non suonavano le campane. Al venerdì santo si visitavano i sepolcri preparati nelle cappelle delle varie borgate, si ottenevano delle indulgenze. Si doveva in ginocchio avvicinarsi alla croce posta davanti all’altare e si doveva baciare capo, mani costato e piedi. Al sabato santo verso le dieci suonavano nuovamente le campane e tutti i credenti si lavavano gli occhi con abbondante acqua , per purificare la vista. Questo anche per chi si trovava nei campi.