(s. f.) veglia che si faceva nelle stalle nelle sere d’inverno, gli uomini facevano le ceste, preparavano le noci per fare l’olio, riparavano scarpe, ecc, le donne filavano la lana, la canapa o facevano la maglia, i bimbi giocavano sul palhoun, alla festa gli anziani giocavano a carte e i giovani cantavano o si trovavano tra innamorati, la velhâ di môrt la veglia dei morti.
La vélhâ di môrt la veglia dei morti la vigilia dei morti (2 novembre) in quasi tutte le case si prepara una brigoulâ de tsatinheus (caldarroste), la soupò (zuppa tradizionale di Giaglione) e la salada d’indivie. Dopo la cena si lasciano sul tavolo per tutta la notte un po’ di brigoulâ e un piatto di soupò e del vino per le anime dei morti. Per ogni morto in famiglia c’era l’abitudine di vegliare tutta la notte la salma da parte dei famigliari o amici, si faceva a turni (fino a qualche tempo fa).