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favariouâ

Favariouâ

(s. f. sing.)

ant. Favaruà, Favaruata; “citra Combam Folleti (1439), sive in Bletoneto, cc. gorgia Durie a nona, cc. via qua itur ad Claream  (1333), de super Gorgia Durie”.

1° doc. 10 maggio 1383: Giovanni de Plano lega una emina di vino su un tenimento di vigna, castagneto e ravoira sito in Favaruata.

2° doc. 3 ottobre 1382: Pareto figlio del fu Michele de Humberto de Molario lega un sestario di vino su una pezza di vigna sita in Favaruata.

Potrebbe essere interpretato come strada delle fate per la vicinanza alla Comba Folleti.

msl 700, terreni sotto la strada per i mulini di Clarea, sotto la Pouiâ, dopo lou Bitoû e prima del Pineut. Fino agli anni ’60 in parte ancora coltivato a vite. Dopo la filossera arrivata agli inizi del secolo i vigneti furono in parte abbandonati ed in parte ripiantati con viti a produzione diretta (selvatiche) vis a proudusioun diřeta.